Il Cuoppo Napoletano: Quando la Frittura si Pagava a Rate!

Nel cuore pulsante di Napoli, tra i vicoli animati e le voci dei venditori ambulanti, nasce una delle tradizioni culinarie più amate e iconiche: il cuoppo napoletano. Un cono di carta paglia colmo di delizie fritte, simbolo di una cucina povera ma ricca di sapore e ingegno.

Origini del Cuoppo

Le radici del cuoppo risalgono al XIX secolo, quando la povertà diffusa costringeva il popolo napoletano a ingegnarsi per sfamarsi con poco. I friggitori, noti come “zeppolaiuoli”, preparavano fritture con ingredienti semplici e accessibili: pesciolini di scarto chiamati “fragaglia”, crocchè di patate, zeppoline di pasta cresciuta, scagliuozzi di polenta e verdure in pastella. Il tutto veniva servito in un cartoccio di carta paglia, perfetto per assorbire l’olio in eccesso e permettere di gustare il pasto per strada .

“Oggi a Otto”: Il Cuoppo a Credito

Una delle peculiarità più affascinanti del cuoppo era la possibilità di acquistarlo a credito. Il termine “oggi a otto” indicava che il cliente poteva consumare il cuoppo oggi e pagarlo dopo otto giorni. Questa pratica era comune tra i venditori ambulanti, che annotavano i debiti dei clienti su un quaderno, fidandosi della loro parola .

Varianti del Cuoppo

Il cuoppo si declina in diverse varianti, tutte accomunate dalla bontà della frittura:

  • Cuoppo di terra: crocchè di patate, arancini, zeppoline, scagliuozzi di polenta e verdure in pastella.
  • Cuoppo di mare: alici, baccalà, calamari, moscardini e zeppoline di mare con alghe.
  • Cuoppo dolce: graffette e zeppoline dolci, spolverate di zucchero.

Oggi, il cuoppo è presente in numerose friggitorie, pizzerie e rosticcerie di Napoli, servito nel tradizionale cono di carta paglia e gustato come street food o antipasto .

Il Cuoppo nella Cultura Popolare

Il cuoppo ha lasciato un’impronta anche nella cultura napoletana. Matilde Serao, nel suo libro “Il ventre di Napoli”, descriveva il cuoppo come un pasto economico e gustoso, accessibile a tutti. Totò, nel film “Totò a Parigi”, ironizzava sul cuoppo allesse, una variante con castagne lesse, dicendo: “Miss mia cara Miss, nu cuoppo allesse io divento per te”.

Conclusione

Il cuoppo napoletano è più di un semplice street food: è un simbolo di ingegno, solidarietà e cultura popolare. Dalla pratica del “oggi a otto” alla varietà delle sue fritture, il cuoppo racconta la storia di un popolo che, con creatività e passione, ha trasformato la povertà in un patrimonio gastronomico unico e inimitabile.

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Francesco Lenti

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